Mercati

Germania

Nel 2020 in Germania si sono venduti più di 107.000 veicoli ricreazionali, una cifra mai raggiunta e che rappresenta una crescita anno su anno di quasi il 33 per cento. Abbiamo chiesto a Daniel Onggowinarso, Direttore del CIVD, (l’associazione tedesca dei produttori) di spiegarci i motivi di questo incredibile risultato

A cura della redazione

In Germania le vendite dei veicoli ricreazionali hanno fatto registrare per diversi anni una crescita interessante, ma nel 2020 questo fenomeno è letteralmente esploso, arrivando a livelli senza precedenti e surclassando qualsiasi altro mercato europeo. Daniel Onggowinarso, Direttore del CIVD, ovvero l’associazione tedesca dei produttori, ci illustra nel dettaglio che cosa sta accadendo in Germania e perché.

Daniel Onggowinarso: “Nonostante la pandemia, il 2020 si è rivelato un anno incredibile, con una crescita di oltre un terzo rispetto al 2019: abbiamo immatricolato oltre 100.000 nuovi veicoli ricreazionali. I nuovi camper sono arrivati all’incredibile cifra di 78.000, con una crescita di oltre il 45%, mentre nelle caravan abbiamo registrato la seconda cifra più alta di sempre, con quasi 30.000 unità di un prodotto che sembrava destinato a sparire. Ma questo non è accaduto, soprattutto sul mercato tedesco.
Ora voglio mostrarvi un grafico storico (Figura 2) che illustra come siamo arrivati ai giorni nostri. Questa è una delle mie chart preferite, perché mostra lo sviluppo in Germania negli ultimi 60 anni. Si può vedere come tutto è iniziato e come le caravan siano diventate un grande successo. Poi, alla fine degli anni ‘70, sono arrivati i primi camper, che nel 2007 hanno per la prima volta superato le vendite di caravan. Se ci concentriamo sugli ultimi 3, 4, 5 anni, possiamo vedere uno sviluppo pazzesco, in una certa misura anche inaspettato. 107.000 unità vendute ci hanno davvero colti di sorpresa. È una crescita che in questi termini nessuno qui era riuscito a prevedere.
Anche i veicoli circolanti sono in crescita e sembra che ben pochi vengano avviati alla rottamazione. Come si può vedere, i camper sono cresciuti del 14,5% raggiungendo nell’ultimo anno quasi 675.000 unità. I dati si riferiscono al 2020 e sono calcolati al 1° gennaio 2021. Anche le caravan sono aumentate, arrivando a quasi 700.000 unità. Penso che quest’anno, per la prima volta, vedremo un parco circolante di camper immatricolati più grande rispetto a quello delle caravan. Alla fine del 2021 credo che avremo raggiunto in totale 1,4/1,5 milioni di pezzi. Nonostante la pandemia, il parco circolante tedesco non accenna a diminuire.


Ma vediamo nel dettaglio come è andato il 2020 per l’industria tedesca del caravanning (Figura 3). A gennaio e febbraio siamo partiti molto forte con entrambi i segmenti, con numeri a due cifre. Poi, come sapete, è arrivato il lungo periodo di lockdown, che è stato particolarmente duro ad aprile: in Germania tutto era chiuso. In questi due mesi cruciali, marzo e aprile, molti veicoli non sono stati consegnati e ci siamo ritrovati con quasi 8.000 unità in meno rispetto al 2019. Visto che come associazione uno dei nostri compiti è quello di promuovere l’immagine e lo stile di vita del caravanning, al momento della riapertura abbiamo realizzato uno spot pubblicitario televisivo e un lancio di marketing.


Abbiamo iniziato ad aprile solo per convincere la gente a pensare di nuovo al caravanning. Non credo che questo sia l’unico motivo per cui i numeri del mese successivo siano stati così alti, ma questo spot, come quelli di altre associazioni, ha dato una speranza e un po’ di entusiasmo, spingendo la gente a tornare a uscire. Offrendo sicuramente ispirazione su cosa fare quest’anno anche a persone che non conoscevano il nostro stile di vita e che non potevano certo pensare a crociere, voli per la Tailandia o cose simili.
Le immatricolazioni sono così andate alle stelle, soprattutto dopo giugno. Nella seconda metà dell’anno abbiamo visto aggiungersi oltre 30.000 unità a quelle vendute nello stesso periodo del 2019, che era già stato molto forte. In Germania abbiamo tratto vantaggio da un taglio di tre punti dell’IVA che fondamentalmente spiega la forte crescita delle immatricolazioni a novembre e dicembre, e che ha poi portato a un indebolimento nei primi due mesi del 2021. A marzo, però, le vendite sono tornate molto forti e nel primo trimestre abbiamo nuovamente registrato un segno positivo. Dovrebbe essere una crescita del 12% su un anno come il 2020 che era già stato molto buono. Le caravan sono un po’ in ritardo, ma i camper sono tornati in carreggiata con un più 24%, almeno fino a ora.
Per spiegare più in dettaglio come è avvenuto lo sviluppo nel segmento dei camper vi mostro i dati divisi per tipologia, con le differenze tra il 2019 e il 2020 (Figura 4). Sul lato sinistro, partendo dal basso si vedono i camper van, e poi – a salire – i mansardati, i semintegrali e i motorhome.


Nel complesso, a destra si vede come il mercato sia cresciuto da 54.000 a 78.000 unità circa e come ogni tipologia sia in crescita, senza segmenti che rallentano o vengono cannibalizzati. Rispetto al 2019, tutti i numeri sono in salita. Tuttavia, c’è un segmento, quello dei camper van, che sta crescendo in tutta Europa, e voi conoscete questa tendenza. La loro quota di mercato è passata da circa il 42 a quasi il 48%. Sono numeri incredibili: quasi un camper su due venduto in Germania è ora un mezzo piccolo, un camper van. Teniamolo a mente guardando la prossima chart: i camper, soprattutto a causa dei camper van, sono sempre più piccoli.
Parlando di caravan la situazione è diversa (Figura 5). In Germania, negli ultimi 10 anni, il segmento oltre 1,6 tonnellate, evidenziato in blu scuro, è aumentato notevolmente. La sua quota di mercato è pari al 68% di tutte le nuove immatricolazioni e rappresenta quasi 20.000 unità. Un numero impressionante, considerando che nel 2010 le immatricolazioni complessive di caravan hanno rappresentato meno di 16.000 unità. Sembra esserci un’enorme richiesta di camper più piccoli, ma quando si guardano i veicoli da traino c’è un’enorme richiesta di unità più grandi e più confortevoli. Sono aspetti che gli operatori dei campeggi devono tenere a mente quando riprogettano le loro piazzole.


Tutto questo sviluppo ha portato a un forte aumento dei ricavi per il mercato tedesco. Queste cifre parlano da sole. Il settore è arrivato a 12,5 miliardi e se si guarda da dove siamo partiti nel 2007, o anche solo nel 2015, si nota un’enorme crescita, di cui al momento non vediamo una fine.
Perché non la vediamo? Come associazione, realizziamo regolarmente degli studi per cercare di prevedere gli sviluppi futuri. Ora vi mostro alcuni risultati delle ricerche che abbiamo condotto negli ultimi anni, anche prima del periodo pre-pandemico. Questo, per esempio, è uno studio sul turismo realizzato da un rinomato istituto di ricerca tedesco (Figura 6).


Si è scoperto che l’impatto economico del caravanning sul turismo ammonta ogni anno a quasi 15 miliardi di euro. Non c’è da meravigliarsi per i 140 milioni di pernottamenti e gite giornaliere: questo calcolo comprende i campeggiatori itineranti, quelli stanziali e quindi anche i campeggi. La cosa importante è che si parla di persone che viaggiano con il camper, sia che si fermino in piazzola per la notte sia che abbiano organizzato una gita di un giorno, quelle che si fanno quando si vuole andare a fare un’arrampicata o a pescare. Ecco come abbiamo ottenuto questo numero incredibilmente grande. E anche l’equivalente per il livello occupazionale, che è sempre molto utile quando ci si confronta con i politici, che possono così comprendere come il caravanning sia molto importante, con un grande impatto sull’economia.
Abbiamo anche realizzato uno studio sulla sostenibilità (Figura 7). Ovviamente noi sappiamo che caravan e camper sono green, ma le altre persone devono capire perché. Quindi nel corso degli anni abbiamo lavorato con istituti rinomati, non per sembrare green, ma soprattutto per sfidare noi stessi, chiedendo a chi si occupa di questo importante tema di darci delle risposte. E anche loro sono giunti alla conclusione che il camper, o il campeggio come forma di vacanza, è davvero verde e sostenibile. È ovvio che sia meglio di una nave da crociera o di un aereo, ma lo è anche rispetto a un’autovettura. E in alcuni casi persino un viaggio in treno più hotel finisce per far registrare emissioni di CO2 maggiori rispetto al viaggio in camper con soggiorno in campeggio.


Questa è una buona notizia e ci dà anche un po’ di credibilità di fronte ai politici. Magari un giorno avremo veicoli elettrificati e otterremmo risultati ancora migliori, a seconda del mix di elettricità utilizzato, ovviamente. C’è molto potenziale. Ultimo ma non meno importante, abbiamo realizzato uno studio pre-pandemia, nel 2019, con un’analisi da parte di un grande istituto di consumatori. Fondamentalmente, quello che hanno scoperto è che nella seconda metà del 2019 un tedesco su cinque era disposto a fare un viaggio in caravan o camper. Un’altra scoperta di quello studio, e non vediamo l’ora che si possa ripartire per verificare se sia vera, è che i millennial sembrano essere la più grande frazione tra i potenziali caravanisti del futuro (Figura 8).


Se non commettiamo errori, non perderemo i nostri clienti: ne abbiamo ancora molti di potenziali. La maggior parte di loro è ancora troppo giovane per acquistare un nuovo veicolo, anche se alcuni ovviamente lo fanno, ma certamente sono ancora troppo giovani. Se si guarda il grafico, si può vedere l’età media dei proprietari di caravan e camper di nuova immatricolazione negli anni 2017 e 2020. La parte blu della barra è la frazione più giovane, ed è aumentata del 3% negli ultimi 3 anni. La stessa cosa è avvenuta per i camper.
Ma questa giovane forza non è il nostro obiettivo, per il momento. Saranno loro i futuri clienti, perché l’età media dei proprietari di caravan è di circa 50 anni, anche se è scesa a 49,1, mentre per i proprietari di camper siamo ancora a quasi 55. Parlando di millennial e di Generazione X dobbiamo rimanere con i piedi per terra e concentrarci sul momento attuale. Sicuramente il settore deve prepararsi per il futuro, ma oggi i nostri clienti sono ancora i Boomer.
Per fortuna, nonostante la pandemia, come tutti sapete il Caravan Salon si è potuto svolgere, anche se con numeri più contenuti. Però, l’avrete letto sui giornali, tutti hanno espresso soddisfazione. Un elemento molto interessante è stato la percentuale di chi ha visitato la manifestazione per la prima volta. Di solito, in media, si tratta di meno di un terzo di tutti i visitatori, mentre questa volta sono stati oltre il 42% a partecipare per la prima volta al Caravan Salon. Fondamentalmente questo dato riflette il grande interesse per questo stile di vita e per questa forma di viaggio. Penso che molti di loro siano anche tornati a casa e abbiano acquistato un veicolo. Quindi ci sono molti esordienti, nuovi proprietari che iniziano solo ora a usare questo tipo di veicolo. Bisognerà saperli accogliere, quando arriveranno nei campeggi italiani. Potrebbero avere bisogno di assistenza e, pur avendo sempre un vicino campeggiatore pronto a dare supporto, penso che queste persone avranno ancora bisogno di molto aiuto in futuro. Noi facciamo del nostro meglio per istruirli.
C’è quindi molto potenziale, ma forse anche molto lavoro. Mi avvicino alla conclusione, ma prima faccio una previsione dal nostro punto di vista (Figura 9). Il 2020 è stato un anno molto forte per noi, ma dai nostri dialoghi con i produttori e dalla risposta che vediamo sui media, nonostante la pandemia e nonostante i blocchi, nei prossimi uno o due anni venderemo ancora di più. Questo è certo, e significa più nuovi clienti, persone che sono davvero disposte a viaggiare una volta che sarà di nuovo possibile, non solo in Germania, ma anche in tutte le tipiche destinazioni di viaggio come l’Italia.


Naturalmente, la situazione attuale presenta anche alcune sfide. La catena di approvvigionamento del settore è un tema caldo al momento. I concessionari sono quasi vuoti, hanno venduto tutto, quindi la nostra ipotesi è una crescita del 10%. È un risultato ambizioso, vediamo se riusciamo a centrarlo. In questo momento non possiamo definirci positivi, ma diciamo che siamo ottimisti!
Uno dei problemi è che le infrastrutture non sembrano in grado di far fronte alla crescita del numero dei veicoli. C’è un’enorme necessità di sviluppare maggiori opportunità di vacanza per i nostri clienti. C’è una cosa che voglio sottolineare: abbiamo visto alcune scelte discutibili in Europa, partite dal Portogallo, dove le persone che pernottano fuori dai campeggi vengono inseguite, quasi arrestate e multate. Non sono sicuro che questa sia la mossa giusta da fare in questo momento. I campeggi sono pieni, perché preoccuparsi di questi aspetti? Certo c’è una questione di educazione: dobbiamo spiegare a queste persone che la spazzatura non va abbandonata in giro, ma dobbiamo comunque mantenere alto l’interesse di queste persone per questo stile di vita e fare in modo che possano divertirsi. Vogliamo che entrino nei campeggi, anche se magari non per tutte le notti. Di certo non dovremmo inseguirle.
Ultimo ma non meno importante è lo sviluppo economico. Quando si potrà ripartire? In Austria e Germania siamo ancora bloccati e non so quando sarà possibile farlo, e questo potrebbe avere un impatto anche sui veicoli in fase di immatricolazione e sulla motivazione dei nostri clienti a viaggiare in Germania, ma anche all’estero. Tutto sommato abbiamo un po’ di cose da fare nel breve termine, ma a lungo andare siamo certamente un buon settore. Dobbiamo apprezzare questa opportunità.