Un’esperienza a tutto campo per il nuovo DG di APC
Dal 1 settembre 2020 Ludovica Sanpaolesi è il nuovo Direttore Generale dell’Associazione Italiana Produttori Caravan e Camper. Una professionista con un’esperienza trentennale nel settore e una formazione che spazia in tutti gli ambiti, dal marketing al commerciale, dal prodotto alle relazioni con la clientela. L’abbiamo incontrata al Salone del Camper 2020.
Testo di Antonio Mazzucchelli
Ludovica Sanpaolesi è il nuovo Direttore Generale dell’Associazione Italiana Produttori Caravan e Camper (APC). Scelta all’unanimità dal Consiglio Direttivo dell’Associazione, Sanpaolesi si è insediata il 1 settembre 2020, portando con sé una esperienza trentennale nel settore del caravanning. Il nuovo Direttore Generale di APC ha infatti ricoperto molteplici ruoli manageriali, anche a livello internazionale, in una grande azienda del settore camper (Laika) fino dal 1990. Tra le posizioni ricoperte da Sanpaolesi vi sono quelle di direttore marketing, direttore commerciale, responsabile del prodotto e del servizio clienti, che le hanno permesso di conoscere in modo approfondito le tematiche e le dinamiche del mondo del caravanning. L’abbiamo intervistata al Salone del Camper 2020.
Ci racconti i suoi esordi in questo settore…
Ludovica Sanpaolesi: Fresca di università, nel lontano 1990, sono approdata in Laika Caravans con la funzione di assistente di direzione e assistente all’export manager. Ho cominciato ad appassionarmi in modo rilevante a questo mondo. Dopo un anno mi hanno affidato la responsabilità dell’ufficio stampa e poi dopo un altro anno, dato che parlavo tedesco, mi hanno chiesto se avessi voglia di occuparmi del commerciale in Germania dato che Laika non aveva all’epoca una vera rete vendita. Qui ho cominciato a creare una rete commerciale e abbiamo avuto soddisfazioni e buoni risultati. Poi nell’anno 2000, la famiglia Moscardini ha venduto Laika al Signor Erwin Hymer e le mie funzioni si sono estese all’area marketing. Sono stata responsabile marketing per molti anni, e ho avuto contemporaneamente la responsabilità commerciale per tutta Europa. Poi c’è stato il passaggio all’Erwin Hymer Group, e ho cominciato a collaborare con colleghi in tanti paesi europei. Naturalmente sono stata avvantaggiata perché parlo tedesco, francese e inglese e questo mi ha dato la possibilità di rapportarmi in modo semplice con tutti. Negli ultimi otto anni mi sono occupata anche di sviluppo dei prodotti, e ho potuto approfondire la parte relativa alla filiera. Sono stata anche responsabile del servizio clienti.
Con tutti questi ruoli nella sua carriera professionale, quale bagaglio di esperienza porta oggi in APC?
Ludovica Sanpaolesi: Come responsabile marketing e commerciale per l’Europa ho avuto la possibilità di conoscere tutti (o quasi) gli operatori di questo settore. Ho capito meglio le sfaccettature e i problemi di questo business e ho compreso le non semplici dinamiche della distribuzione. Da sempre il rapporto con voi giornalisti è stato illuminante, perché mi ha dato la possibilità di ampliare lo sguardo all’orizzonte verso altre aziende, comparti collaterali e conoscere tutta la filiera: i componentisti e i fornitori. Ma l’esperienza che mi ha arricchito di più è stata quella di responsabile del servizio clienti. Non dobbiamo mai dimenticare che lavoriamo in questo settore grazie alle migliaia di clienti finali che hanno deciso di investire in questo tipo di vacanza. È stato molto importante per me conoscere più a fondo le loro esigenze, le loro aspettative, i loro sogni, perché vendere un camper è vendere uno stile di vita, un sogno, anche un giocattolo se vogliamo. Vendi la proiezione che il cliente ha del suo tempo libero che, nel suo immaginario, dovrà essere sorprendente. Questo ci dà anche una grande responsabilità, perché non siamo solo degli operatori del business, ma abbiamo anche una responsabilità sociale: mandiamo le persone in vacanza e questo fa parte dell’arricchimento di una società. Il nostro business è un modo vero e autentico per fare toccare con mano alle persone delle realtà culturali diverse dalla propria.
Da trent’anni nel settore. E ora in APC.
Ludovica Sanpaolesi: Quest’anno è successa una cosa particolare. L’Associazione Produttori Caravan e Camper cercava un nuovo direttore generale e sarebbe stato auspicabile che questa persona avesse già un background abbastanza consistente nel nostro settore per non perdere troppo tempo nella formazione. Insomma, non so bene come, ma di fatto mi sono ritrovata in questo ruolo. Quello che mi fa molto piacere, e devo dire è un po’ un assegno in bianco del quale sento anche la responsabilità, è stato che la scelta è stata fatta all’unanimità dai soci. Penso che abbiano avuto tutti gli elementi di valutazione visto che bene o male, con molti ci conosciamo da trent’anni…
Lei ha partecipato alle attività di APC in questi anni?
Ludovica Sanpaolesi: Ho partecipato alle attività di APC soprattutto dal 2003 al 2008, un quinquennio in cui ero molto presente e facevo parte del comitato marketing, abbiamo avviato le attività sui bandi per le aree di sosta e poi abbiamo realizzato anche il primo logo dell’associazione, che a tutt’oggi è ancora il logo ufficiale. Mi sento quindi ancora un po’ figlia di questa Associazione, per così dire.
Cosa non le piace dell’APC di ieri e cosa vorrebbe dall’APC di domani?
Ludovica Sanpaolesi: Confesso che a me interessa piuttosto l’APC di domani. Mi piacerebbe poter sposare la filosofia di fare rete e – forse – le mie esperienze precedenti potranno aiutarmi in questo. Anzi, è spesso proprio grazie alle conoscenze nel settore che si può avere anche una marcia in più: il networking è fondamentale. Confido molto sul supporto che altri professionisti del settore, che io ho avuto la fortuna di conoscere in questi anni, potranno dare. Un altro elemento che ritengo importante è poter dare concretezza alle strategie di APC.
Anche se la mia è una carica istituzionale, io sono una persona abituata al lavoro con una buona dose di operatività. Mi piacerebbe lavorare sugli obiettivi, insieme alla squadra e avere risultati concreti. Far aumentare il numero di immatricolazioni in Italia, per esempio…
Quale potrebbe essere la strategia in questa direzione?
Ludovica Sanpaolesi: Penso che si dovrà lavorare con tutto il network e con investimenti che dovranno essere calendarizzati in maniera più omogenea durante l’anno. Nel settore abbiamo “best practices” tra le associazioni europee, che hanno una lunga esperienza nel campo. Non intendo dire che dobbiamo copiare dagli altri, perché noi abbiamo la nostra tipicità, ma se un’iniziativa o un progetto danno buoni risultati altrove, non vedo perché non ci si possa lasciar ispirare anche nel nostro Paese. In questo la mia cultura europeista potrà certamente aiutare. Voglio precisare che io ho delle idee che nascono sulla base della mia esperienza nel corso di questi trent’anni. Ma non sono il Presidente dell’Associazione, sono il direttore generale. Pertanto, devo e voglio seguire le linee guida che il CDA dell’Associazione vorrà fornirmi.
Quali sono i vantaggi di iscriversi ad APC.
Ludovica Sanpaolesi: Naturalmente l’accesso ai dati relativi alle immatricolazioni, che permettono agli imprenditori di capire i trend che ci sono a livello nazionale, ma anche regionale. Si tratta di statistiche con un livello molto alto di affinamento. Poi abbiamo un servizio che io vorrei potenziare, cioè quello delle informazioni dei tavoli tecnici. Vorrei attingere a quelle che sono le novità in termini di omologazioni, normative tecniche, tutto quel che c’è da sapere sugli sviluppi e questo può interessare anche i componentisti. Faccio riferimento, per esempio, all’annosa questione dei limiti di velocità in presenza di accessori installati sul camper all’esterno. Tra i vantaggi vi è anche quello di far parte di un’Associazione che raggruppa la filiera produttiva, e questo è un valore di tipo istituzionale. Un fornitore che è membro dell’Associazione di riferimento dei produttori di camper e caravan, dà alla sua azienda un’immagine più solida.
Cosa pensa della decisione di alcuni vostri associati fornitori di non venire alla fiera di Parma?
Ludovica Sanpaolesi: Quando si è dovuta fare la scelta se organizzare o no la Fiera, eravamo in un periodo di assoluta incertezza riguardo alla pandemia. Pertanto, la scelta di alcuni Associati di non partecipare alle fiere di settore appariva comprensibile. L’Associazione però, con coraggio, ha deciso – insieme a Fiere di Parma – di perseguire la strada che, in quei momenti, sembrava la più difficile. Aver fatto la fiera di Parma è stata una scelta che ha portato avanti, presso il grande pubblico e presso quello degli operatori, il concetto che si può e si deve continuare a lavorare anche in tempi non facili. Ci conforta che il pubblico venuto a Parma sia stato numeroso e questo significa che la scommessa è stata vinta.
Come pensate di capitalizzare questo buon momento di mercato, quali iniziative avete in mente?
Ludovica Sanpaolesi: Nel nostro comparto, rispetto ad altri settori, siamo molto fortunati. Come Associazione abbiamo già realizzato una campagna nei mesi di maggio e giugno, sia sulla radio sia sui media digitali, proprio per far conoscere al grande pubblico le opportunità offerte dal mondo della vacanza en plein air in tempi di Covid. Questa è stata l’iniziativa che ha contribuito a dare una spinta e i risultati ci sono stati. Ora vorremmo cercare di elaborare una strategia nel breve periodo. Speriamo di poter fare nuovi investimenti in comunicazione e saremo vicini agli amministratori locali per spiegar loro che in questo momento, in cui hanno toccato con mano tutte le difficoltà del turismo tradizionale, il turismo en plein air è una grande opportunità.
Avete avuto ospite Paola De Micheli, Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, figura istituzionale di primo piano e oltretutto donna, quali sono le sue impressioni?
Ludovica Sanpaolesi: Oltre al piacere di avere avuto la ministra, che è un evento, ho avuto un’ottima impressione. Pur essendo stato breve, il suo intervento era ben preparato. Ho avuto modo di parlarle e di capire che conosce le dinamiche del nostro mercato, le potenzialità. Era qui a tagliare un nastro, ma anche a dare un segnale di vicinanza al nostro settore, comprendendo che tutta la filiera è una risorsa importante: produttori, distributori ma anche la ricettività, inclusi i campeggi. È importante attrarre i camperisti europei: che vengano un po’ più da noi piuttosto che andare in altri paesi europei. Questo concetto le è chiaro e le ho chiesto di incontrarci a Roma per parlare delle possibilità eventuali di un sostegno o un appoggio, da parte del governo, su diversi temi. Uno è quello di riuscire a fare sistema anche sull’accoglienza, perché purtroppo in Italia c’è molta frammentazione nella ricettività. Bisognerebbe presentarsi all’estero come una filiera che ha una direzione e una strategia globale. E mi stanno a cuore tutti i temi per lo sviluppo del settore camper come quello delle patenti. È vero che si decide a Bruxelles, ma più stati membri fanno pressione, più è possibile che qualcosa si muova. Rispondendo invece in modo più personale alla sua domanda: ho visto la ministra dialogare con i visitatori della fiera durante la passeggiata di rito tra i padiglioni. Non tutti i politici che ho conosciuto nella mia vita hanno questa empatia e questo rispetto per gli altri. Si può fare la differenza anche durante l’inaugurazione di una fiera. Mi sembra una persona molto concreta.