Uno spirito guida senza tempo
Abbiamo incontrato François Feuillet, fino al mese di settembre CEO di Trigano e presidente dell’ECF (European Caravan Federation). Gli abbiamo posto alcune domande per farvi conoscere più a fondo l’uomo dietro l’imprenditore.
Testo di Antonio Mazzucchelli
Francese, 72 anni, Feuillet gestisce Trigano dal 1981, dopo aver lavorato come revisore contabile (KPMG), direttore finanziario e direttore generale del gruppo Singer e della Compagnie Française du Meuble. Ha acquisito il controllo di Trigano nel 1986, ha quotato la società in borsa e ha avviato una forte politica di acquisizione.
Oggi Trigano dà lavoro a 9000 persone in 14 paesi e ha registrato vendite per 2.183,1 milioni di euro nell’anno finanziario 2019/2020.
Dal 1 ottobre 2020, François Feuillet non è più presidente del Consiglio di amministrazione di Trigano SA, incarico che è passato a Stéphane Gigou. Ma è membro del Comitato esecutivo. Da gennaio 2021 in poi sarà responsabile del comitato strategico. Mantiene la sua posizione di azionista di maggioranza di Trigano e ha responsabilità nelle associazioni ECF (come vicepresidente), APC e UNIVDL.

Lei aveva annunciato, già un paio di anni fa, il proprio ritiro nel 2020. Nel settore, però, ci credevano in pochi. È andato tutto come previsto?
François Feuillet: Sì, Il mio obiettivo era lasciare la responsabilità operativa diretta nel 2020. La mia idea era trovare l’organizzazione idonea e l’uomo adatto per una successione che fosse efficiente e anche migliorativa. Qualche tempo fa mi sono reso conto che nel 2017 avevo dichiarato a Le Figaro che avrei lasciato l’azienda nel 2020. Ora i tempi sono maturi. Per riorganizzare il gruppo e preparare la successione ci voleva l’uomo giusto e questo ha richiesto tempo.
E Stephan Gigou è l’uomo giusto?
François Feuillet: Stephan Gigou è un uomo con una visione chiara. L’ho visto gestire il reparto veicoli commerciali della Fiat con qualità. Tra Fiat e Trigano ci sono rapporti stretti e ho apprezzato il suo modo di lavorare. È un uomo giovane, 48 anni, con grandi ambizioni, che ha raggiunto successi con Peugeot e Fiat e ha avuto una carriera abbastanza veloce. È un uomo carismatico e il carisma è una qualità importante per gestire gli altri. È un manager con esperienza nell’automotive, nella distribuzione attraverso la rete dei concessionari, nello sviluppo del prodotto e nel marketing. Ovviamente non ha una grande esperienza nella produzione, ma negli acquisti sì. Dunque mi è sembrato che tutte le qualità che cercavo per il mio successore fossero concentrate nella persona di Stephan Gigou.
Lei lascia il comando di Trigano ma ne mantiene il ruolo azionario. Quale scenario si prospetta per il suo futuro? Ha intenzione di dedicarsi progressivamente al suo tempo libero o continuerà a seguire Trigano da vicino e a ricoprire ruoli istituzionali nel settore?
François Feuillet: Ovviamente voglio dedicare più tempo ai viaggi con il mio camper e a lavorare nella mia azienda vinicola che produce uno dei vini migliori del mondo. Sono due attività alle quali oggi non dedico abbastanza tempo, ma voglio anche mantenere il mio forte legame con Trigano. Sono nel consiglio d’amministrazione insieme a mia moglie e sarò nel comitato strategico. Vorrei anche avere la responsabilità di alcuni progetti di sviluppo necessari per il futuro, ma questo lo vedremo con Stephane Gigou, perché sarà lui a prendere decisioni in merito, eccetto per l’aspetto strategico nel quale mantengo il mio ruolo e i miei obiettivi personali che ritengo indiscutibili.
Il Gruppo Trigano ha partecipato alle principali fiere di caravanning che sono state confermate per il 2020: Düsseldorf e Parma. Perché, secondo lei, è stato importante che anche in questo anno particolarmente difficile il nostro settore abbia mantenuto queste fiere?
François Feuillet: Penso che sia importante partecipare a queste fiere perché, sebbene siano costose, hanno un ritorno molto importante per la nostra azienda. In Germania, la rete di vendita Trigano non è forte come quella del nostro principale concorrente, ma abbiamo potuto riequilibrare questa situazione alla fiera di Düsseldorf, e ciò è molto importante per i nostri rivenditori e le nostre vendite. Per quanto riguarda Parma, è molto chiaro che senza una fiera non ci sarebbe più mercato per i camper in Italia poiché la rete di vendita non è in grado di sostenersi senza questa fiera, dove vengono effettuate oltre il 25 percento delle vendite annuali. Solo alla fiera di Parma le persone possono vedere, nello stesso luogo, tutti i veicoli di tutti i produttori. I rivenditori in Italia non sono numerosi, sono distanti tra loro e hanno uno stock abbastanza limitato di modelli in esposizione, quindi le persone, per avere una panoramica di ciò che offre il mercato, dovrebbero percorrere molti chilometri.
Una fiera è un evento davvero unico per il pubblico: vedere così tanti veicoli tutti insieme e quindi prendere una decisione. Se i clienti non partecipano alla fiera, non sono in grado di prendere decisioni di acquisto e il mercato scende. Abbiamo quindi una motivazione strategica per partecipare alle fiere principali. Inoltre, non partecipare alle fiere per risparmiare è una visione a breve termine. Penso che un’azienda come Trigano dovrebbe guardare al medio e lungo termine e aiutare, in anni difficili, le organizzazioni fieristiche, perché senza di esse non saremmo forti come siamo. Ultimo ma non meno importante motivo: la tradizione, che deve essere mantenuta anche in un anno difficile, proprio come il Tour de France nel ciclismo: nonostante tutte le difficoltà attuali, c’è stata la volontà di organizzarlo anche quest’anno, perché è una tradizione. Se la nostra industria non mantiene la tradizione, perderemo la nostra cultura. Trigano è in grado di pagare per queste fiere, poiché non abbiamo bisogno di risparmiare denaro e pensiamo che queste manifestazioni abbiano portato, portino e porteranno un buon ritorno a Trigano.

I media stanno dedicando grande attenzione alla vacanza en plein air, in tutta Europa e anche fuori. Ritiene che questa campagna promozionale possa portare un pubblico nuovo?
François Feuillet: Durante il lockdown in Francia guardavo la televisione e osservavo che la pubblicità era poca e concentrata su poche tipologie di prodotti. Sapevo che la gente chiusa in casa aspirava alla libertà, e questa libertà poteva essere offerta dal camper. Quello era il momento perfetto per presentare i valori della vacanza in camper: libertà, risparmio e rispetto dell’ambiente. A questi si è aggiunto anche un quarto elemento: la sicurezza sanitaria. Abbiamo creato un messaggio pubblicitario con filmati di repertorio e in Francia abbiamo lanciato una campagna televisiva imponente: oltre 1200 spot che abbiamo acquistato a un costo molto basso. In questo modo tutti i concessionari che in quel momento erano chiusi e preoccupati per il futuro hanno visto che qualcuno tra i costruttori si stava muovendo. Su Google abbiamo riscontrato immediatamente un’impennata delle ricerche sulle parole “caravan”, “camper” e tutte le altre parole chiave dell’industria. La campagna pubblicitaria è andata in onda dal 22 aprile al 22 maggio e l’11 maggio i concessionari francesi hanno potuto riaprire, sfruttando l’interesse generato dalla nostra operazione promozionale. Abbiamo anche affiancato una campagna di pubbliche relazioni per ottenere una copertura completa. Speriamo di aver dato sollievo ai concessionari con un’iniezione di liquidità che li metta in grado di comprare i nuovi veicoli delle gamme 2021. Stanno arrivando nuovi clienti poiché abbiamo aggiunto valore al nostro prodotto e l’abbiamo spiegato ampiamente. Lo stesso vale per altri paesi europei.
Questo interesse del mercato sarà un fuoco di paglia o potrebbero esserci dei risvolti positivi nel medio e nel lungo periodo?
François Feuillet: Non è possibile prevederlo, ma è meglio prendere il fuoco di paglia quando c’è. Ci sarà un problema di crisi economica, che oggi non si vede in Europa, ma che si vedrà. Non si può perdere il 12% di PIL senza avere delle conseguenze. L’acquisto di un camper si può posticipare oppure si può decidere di non comprarlo o non sostituirlo. Lo abbiamo visto nella crisi finanziaria del 2008, ed è dovuto, in tutta Europa, alla solidarietà tra generazioni. Ovviamente il cliente che compra un camper non ha grossi problemi: spesso è in pensione, ha estinto il mutuo della casa, è anziano e ha la disponibilità per comprare. Ma ha paura che i suoi figli non abbiano futuro, che perdano il lavoro, che non possano pagare il mutuo o non ci siano i soldi per gli studi dei nipoti. Tutto ciò fa posticipare l’acquisto del camper. Dobbiamo cercare di creare una nuova clientela e aumentare l’interesse per questo tipo di vacanza. Altrimenti ci sarà un calo del mercato come è accaduto nel 2008. Il mercato era riuscito a recuperare i livelli del 2008 grazie alla Germania, che ha meno problemi di solidarietà tra generazioni. Quando i tedeschi sono in difficoltà economica, spendono. Quando i francesi sono in difficoltà economica, risparmiano. E lo stesso vale per gli italiani.
Come ha reagito Trigano durante il periodo di lockdown, siete riusciti a contenere i danni e come?
François Feuillet: Durante la chiusura c’era ben poco da fare. Molti Stati hanno deciso che fabbriche e concessionari dovevano chiudere, dunque non si è potuto fabbricare né consegnare. L’idea era di sopravvivere e fare cassa per uscire ancora più forti dalla crisi. In Trigano godiamo di ottima salute finanziaria e abbiamo vissuto quel momento con grande tranquillità. Abbiamo cercato di fare cassa riscuotendo gli arretrati che dovevano entrare dai concessionari di tutta Europa e abbiamo pagato i nostri fornitori. Abbiamo organizzato il rientro dei lavoratori, abbiamo negoziato con i sindacati e siamo tornati velocemente alla produzione. Abbiamo posticipato l’introduzione della gamma 2021 per non dare fastidio alla rete. Infatti, oltre al rigoroso rispetto della salute della nostra forza lavoro e delle famiglie, il nostro obiettivo principale era aiutare la rete a sopravvivere. Per Trigano non c’erano problemi, ma c’erano per i concessionari, attività commerciali che spesso non hanno una buona salute finanziaria.

Cosa può fare un grande costruttore per trovare formule capaci di affrontare un nuovo segmento di mercato come quello dei van, nel quale è più facile entrare per una start up?
François Feuillet: Il gruppo Trigano produce van da molto tempo. Abbiamo comprato nel 2004 un costruttore di van che aveva una produzione di circa 75 veicoli all’anno e oggi ne fa migliaia. Abbiamo messo ciò che sappiamo fare, ovvero una produzione industriale che ci dà, ovviamente, un vantaggio enorme rispetto ai costruttori con volumi più contenuti. I piccoli costruttori di van sono tutti falliti oppure hanno venduto a grandi gruppi. In conclusione, le start-up non sono minacce perché è molto difficile per loro ottenere i costi di produzione che abbiamo oggi grazie alla nostra produttività e capacità di acquisto. Il rischio e la competizione non è con le startup ma con i costruttori di automobili, come per esempio Volkswagen e Mercedes, che producono i propri veicoli a livello industriale.
Quale è stata la sfida professionale più difficile che ha dovuto affrontare?
François Feuillet: Sono 39 anni che mi trovo al timone di Trigano e mai ho pensato di lasciare nei momenti difficili. Per esempio nel 2008, quando ci siamo trovati con troppo stock e abbiamo dovuto ridurre in maniera drastica la capacità produttiva per ricostruire una situazione finanziaria favorevole. Oppure, negli anni ottanta, quando Trigano era un’azienda in perdita, piccola. Produrre tende in Francia, infatti, di fronte alla concorrenza cinese o di paesi come la Romania era molto difficile. Abbiamo dovuto chiudere fabbriche, portare la produzione altrove. Poi c’è stato il crollo del mercato della caravan. Quando sono entrato in Trigano nell’81, il mercato della caravan contava oltre 90mila pezzi: oggi in Europa si aggira sui 60mila. Il mercato si è ridotto in modo incredibile. Ma la vita non è stata sempre difficile, perché abbiamo anche avuto una crescita di immatricolazioni dei camper durata 14 anni, fino al 2007.
C’è qualcosa che non è riuscito a portare a termine?
François Feuillet: Più o meno ho fatto tutto ciò che ho voluto.

Ha mai fatto degli errori?
François Feuillet: Sì, spesso! Ho creato aziende che non sono mai riuscito a far funzionare con soddisfazione. Ho cercato di diversificare ma senza risultati positivi. Ma ho sempre cercato di andare avanti. Si dice che “errare humanum est, perseverare diabolicum”. Io dico che “errare humanum est” ma perseverare è per gli uomini che hanno visione a lungo termine e che vendono qualità. Anche se si compie un errore bisogna cercare di andare avanti e molto spesso si trova una soluzione.
Lei è molto potente e temuto. Ma ci pare che dalle aziende del gruppo Trigano si vada via quando si arriva alla pensione, non prima. È vero?
François Feuillet: È vero, i nostri dipendenti lasciano Trigano quando arrivano alla pensione. Conosco persone che in tutta la carriera hanno lavorato solo per il gruppo Trigano… per 45 anni. Penso che Trigano dia ai dipendenti un progetto di lavoro, di crescita, di forza. Che abbiano la possibilità di scalare le posizioni. I nostri dipendenti spesso hanno anche 4 o 5 avanzamenti di carriera. In Trigano aumentiamo spesso gli stipendi perché i nostri lavoratori abbiano sempre un giusto riconoscimento. Dopodiché ho dei grandi difetti. Il più importante è che vedo sempre gli aspetti negativi e quando qualcuno, nel suo lavoro, ha lavorato male anche solo per il 5% del totale, io inizio la riunione con lui sempre sottolineando dapprima quel 5%. Non inizio mai complimentandomi. Ma credo che questo modo di fare, nel lungo periodo, venga apprezzato.
Due figure simbolo per il nostro settore, Erwin Hymer e Pier Luigi Alinari, non ci sono più: quali erano i suoi rapporti con questi due imprenditori e che ricordo ne serba?
François Feuillet: Ho avuto dei rapporti ottimi con questi due personaggi. Con Erwin Hymer è stato un rapporto molto onesto. Quando hanno avuto problemi di produzione, Trigano, è stata terzista di Hymer: abbiamo prodotto delle caravan per loro. Abbiamo sempre condiviso le idee ed era davvero un rapporto incredibile. Quando ha iniziato ad avere problemi di salute è stata una grande difficoltà, perché ritengo che Erwin Hymer fosse l’uomo più importante del nostro settore. Un industriale di grande qualità. Anche con Pieluigi ho avuto rapporti altrettanto incredibili e importanti. Forse mi è dispiaciuto che lui abbia venduto PLA al gruppo Rapido e non a me, ma era già abbastanza anziano e gli errori sono possibili. In questo settore abbiamo avuto la fortuna di avere degli imprenditori di qualità, che hanno sostenuto il lavoro negli anni. Parliamo anche di personaggi come Harald Striewsky di Hobby, un altro imprenditore di lungo corso, ed ovviamente di Pierre Rousseau, il padrone di Rapido. Nel nostro settore non eravamo società finanziarie che cambiano azionista ogni quattro anni o società che operano male e falliscono. Fortunatamente eravamo aziende a conduzione familiare gestite da imprenditori con una visione chiara e la condivisione degli stessi valori.
A cosa ha dato più valore nella vita?
François Feuillet: Alla qualità della parola. Secondo me: mai dire bugie e quando si prende un impegno bisogna ricordare che non è solo per business ma è per la vita.
Lei è un uomo molto ricco. Forbes quantifica il suo patrimonio in 1.2 miliardi di dollari. Allo stesso tempo lei è conosciuto come un uomo molto parsimonioso. Come spende il suoi soldi?
François Feuillet: Non spendo. Perché fino a oggi non avevo tempo. E, soprattutto, ciò che mi piace non costa tanto. Il mio interesse nella vita non è soddisfare i bisogni, perché quando hai soddisfatto un bisogno non hai più un obiettivo da perseguire. Io ho sempre fatto le cose passo dopo passo. Ovviamente ho comprato dei vigneti per produrre il mio vino, ma a quell’epoca costavano relativamente poco. Io penso che soddisfare i propri bisogni spendendo molto denaro non porti alla vera felicità.

Cambio al vertice di Trigano
Il 30 settembre si è riunito il consiglio di vigilanza del gruppo Trigano e ha preso atto delle dimissioni dal consiglio di amministrazione di François Feuillet dalla sua funzione di presidente del CdA e di Marie-Hélène Feuillet dalla sua funzione di managing director.
Lo stesso consiglio ha nominato Stéphane Gigou membro e presidente del consiglio di amministrazione.
Di conseguenza, il consiglio di amministrazione comprende ora cinque membri: Stéphane Gigou (presidente), Michel Freiche (managing director), François Feuillet, Marie-Hélène Feuillet e Paolo Bicci.
François Feuillet e Marie-Hélène Feuillet, insieme ai membri della famiglia Feuillet, rimangono l’azionista di maggioranza con la proprietà del 57,80% del capitale e il 69,31% dei diritti di voto.