Il prescelto
A colloquio con Stéphane Gigou, l’uomo che François Feuillet ha voluto come suo successore alla direzione di Trigano, l’azienda che ha condotto per 40 anni e di cui continua a conservare la maggioranza azionaria
Testo di Antonio Mazzucchelli e Renato Antonini, foto Enrico Bona
Come aveva promesso, lo scorso anno François Feuillet ha lasciato il timone di Trigano a qualcuno più giovane di lui. François Feuillet, insieme alla sua famiglia, conserva la quota di maggioranza di Trigano (57,80%), continua a far parte del Consiglio di Amministrazione e della Commissione Strategica e ha voluto un manager di sua fiducia come suo successore a capo del più grande gruppo europeo del settore. Il nuovo presidente del Consiglio di Amministrazione si chiama Stéphane Gigou, è francese ma ha vissuto in diverse parti d’Europa. Ha lavorato a vari livelli nel settore automotive, da ultimo è stato a capo di Fiat Professional, la divisione di FCA (ora nel gruppo Stellantis) che si occupa del Ducato, la base meccanica più diffusa nel settore RV in Europa. Abbiamo intervistato Gigou in occasione del Salone del Camper, la fiera italiana del settore RV, che si è svolta a Parma dall’11 al 19 settembre. Ecco come il nuovo presidente di Trigano ha risposto alle nostre domande.
Stiamo uscendo dal tunnel della pandemia: quali ripercussioni ha avuto nel settore RV e in particolare sul gruppo Trigano?
Stéphane Gigou: Direi che ci sono due aspetti da considerare. Da una parte la domanda di camper è aumentata perché i clienti hanno visto il veicolo ricreazionale come un modo sicuro, dal punto di vista sanitario, per passare le proprie vacanze, un ambiente protetto e gestito autonomamente: come una bolla sanitaria. Questo ha generato l’esplosione della domanda, una domanda che già era forte da vari anni, ma che ha avuto un’accelerazione. E questo, è giusto ricordarlo, in pochi lo avevano previsto un anno e mezzo fa durante il primo periodo del lock down: tutti dicevano “annullate tutto, il mondo è finito…”, e invece è successo il contrario. Il forte sviluppo della domanda è associato al desiderio di uscire all’aria aperta dopo mesi di lockdown: le persone sono rimaste chiuse in casa e hanno voglia di riscoprire la natura, e sappiamo che la ricerca di una vicinanza alla natura è un tema d’attualità, si inserisce nel grande filone “green”. Dall’altro lato, quello industriale, la pandemia ha anche messo in luce molte debolezze dell’economia e dell’industria, vediamo come sono ancora totalmente sconvolte moltissime aziende, addirittura interi settori. Basti pensare all’acciaio, sembra di essere in una economia di guerra, ma la stessa cosa vale per il legno, la plastica, il vetro, i componenti elettrici ed elettronici… I nostri fornitori di chassis sono fermi da settimane. Questa altra faccia della medaglia della pandemia ha portato a rendersi conto che forse occorre lavorare in modo diverso. In questo Trigano ha dimostrato grande capacità di adattamento, una notevole flessibilità che ci ha permesso di massimizzare l’opportunità del momento: se prima si facevano piani di produzione a lungo termine, ora si continuano a fare ma bisogna essere flessibili così da poterli modificare in tempo reale, per produrre con quello che arriva quel giorno.
Difficoltà a reperire materie prime e prezzi alti: secondo lei quanto durerà questa situazione?
Stéphane Gigou: Nessuno può dirlo con certezza. Penso che alcuni temi siano congiunturali e altri più strutturali. Il legno, che diventa componente essenziale di molti prodotti pensando alle sfide per l’ambiente che abbiamo da qui al 2050, tenderà a essere un bene sempre più richiesto, per cui tendenzialmente manterrà una forte curva della domanda. Per altri materiali invece c’è una bolla, le cose potranno cambiare. In linea generale, oggi non possiamo fare previsioni, questa è la verità. Siamo ancora in una fase di incertezza.
Qual è l’attuale situazione finanziaria del gruppo Trigano?
Stéphane Gigou: Trigano lavora con fondi propri, non ha mai basato la crescita e le attività sul finanziamento, è un’azienda molto capitalizzata e forte. Gli stock sono bassi e la domanda è forte, e questo è un segno positivo. Penso che Trigano nel suo complesso sia riuscita a produrre abbastanza bene durante questa stagione. Posso affermare che Trigano è una realtà del settore RV molto solida e lo si vede anche dai bilanci.
Avete previsto investimenti a breve termine?
Stéphane Gigou: Siamo sempre alla ricerca di investimenti di crescita esterna, sia sull’asse orizzontale che verticale. Ovviamente abbiamo delle limitazioni sull’asse orizzontale, su quello verticale è più un ragionamento di opportunità e di contesti di mercato che potrebbero portarci a doverlo fare.
A proposito di integrazioni verticali, recentemente c’è stata un’acquisizione tra gruppi che ha fatto molto parlare: costruttori di veicoli ricreazionali che acquisiscono produttori di componenti per il primo impianto. Cosa ne pensa? E’ una strategia che riguarda o potrà riguardare anche Trigano?
Stéphane Gigou: E’ un tema molto delicato perché oggi siamo in un contesto di mercato dove è molto difficile avere consegne dai fornitori, quindi un’azienda potrebbe agire d’impulso e dire: “potrei farlo meglio io… quindi lo costruisco io, in proprio, senza fornitori esterni”. Trigano su alcune attività ha integrato verticalmente: ad esempio facciamo molti materassi e reti per i letti, il che ci ha fatto capire che sappiamo fare questo mestiere. In altri ambiti invece noi crediamo molto nei nostri fornitori e vorremmo continuare a lavorare con loro. Ma è chiaro che se non riusciremo a trovare un buon equilibrio per lavorare insieme in maniera affidabile, e con la giusta ripartizione dei guadagni, sul medio e lungo termine, dovremo agire in un altro modo. Trigano ha la forza per investire e sviluppare delle attività subentrando ai suoi fornitori. Ribadisco che oggi questa non è la nostra strategia, saremo costretti ad integrare alcune attività solo se non troveremo soluzioni valide nell’interesse di Trigano.
Parlando di esperienze extraeuropee, è auspicabile l’acquisizione da parte di Trigano di una realtà produttiva americana? Alcune aziende americane fanno acquisti in Europa e viceversa. Voi restate concentrati sull’Europa o vede la possibilità di aprirsi a realtà oltreoceano?
Stéphane Gigou: Trigano è cresciuta in settori dove poteva ottenere un effetto leverage di scala e di consumo, e questo implica avere una comunanza di prodotto, di componenti e di regole di omologazione. Andare su mercati dove questa scala non esiste più non è nei piani di Trigano. Il mio mandato è di avere un’azienda al massimo della competitività, se vuoi essere super competitivo devi avere una ricetta. La nostra ricetta europea la conosciamo. Avere una realtà lontana, fuori da questa logica, oggi non è nei piani di Trigano. Noi siamo europei e rimaniamo in Europa.
Non pensate quindi a mercati emergenti, ad esempio asiatici?
Stéphane Gigou: No, non per ora.

E all’Est Europa?
Stéphane Gigou: Quella è un’area geografica dove siamo già presenti. Alcuni stati sono molto attivi, penso a Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, ma anche Romania che, con piccoli numeri, è in forte crescita. Siamo contenti delle performance che fanno alcune delle nostre business unit in questi mercati. Sono mercati in espansione e l’offerta si sta strutturando sempre più.
Qual è la sua opinione riguardo al mutamento delle basi meccaniche e soprattutto dei motori? Alcuni costruttori europei di RV stanno sperimentando propulsori alternativi al diesel. Trigano Group come vede il suo futuro? E’ possibile un mutamento radicale che porti a una caduta di interesse del pubblico per i camper con motorizzazioni tradizionali?
Stéphane Gigou: Trigano parla di quello che sa fare e di quello che sa vendere. Noi stiamo lavorando su molti temi, ma ne parleremo quando avremo un prodotto finito, vendibile a un prezzo competitivo. Il mercato evolverà, certo, e noi ci stiamo lavorando, ma ne parleremo quando avremo soluzioni giuste come user experience e come prezzo. Trigano non presenta dei concept, oggi siamo in una fase in cui i clienti sono molto sicuri di ciò che vogliono comprare, bisogna assecondarli fornendo il veicolo giusto per loro. Quando avremo qualcosa di performante da proporre, lo faremo.
Sappiamo che Trigano crede fermamente nelle fiere: le ha promosse, sponsorizzate e sostenute anche in tempi complessi. Qual è la sua idea in proposito?
Stéphane Gigou: Noi crediamo molto nelle fiere. Questi eventi, che si svolgono all’inizio della stagione commerciale, permettono ad un grande numero di persone di vedere dal vivo la più grande esposizione possibile di veicoli e questo è un aiuto nella scelta. Più brand sono presenti, meglio è per il cliente che può vedere tutti i prodotti nello stesso momento e nello stesso luogo. Qualcuno crede che la fiera sia un evento per “anziani”, ma è esattamente il contrario. Alle ultime fiere del settore RV abbiamo visto molti nuovi clienti potenziali, persone che vengono in fiera e scoprono il prodotto, magari anche con ingenuità… Mi è successo, ad esempio, di sentire una signora in uno dei nostri stand che notava che “sui camper c’è anche il bagno…” Noi riteniamo che le fiere siano un momento essenziale del nostro business. Le grandi fiere, come Düsseldorf, Parma, Parigi e Barcellona, e anche Birmingham che purtroppo quest’anno non ci sarà, sono dei momenti fondamentali per noi e per i clienti. Ovviamente hanno un costo importante per le aziende, ma questo costo in Trigano lo valutiamo sull’insieme della nostra attività: partecipare e raccogliere gli ordini porta maggiori benefici che essere assenti risparmiando denaro. Solo in fiera il cliente può entrare nella doccia, provare il letto, vedere la profondità dell’armadio.
Pare che François Feuillet nell’ultimo periodo frequenti un po’ meno le fabbriche del gruppo… Si occupa un po’ di più delle sue vigne oppure è ancora molto impegnato nella gestione e nel controllo del gruppo?
Stéphane Gigou: Il signor Feuillet produce uno dei migliori vini di Francia, questo è vero; in Trigano lavora con me alla strategia dell’azienda e finora ci siamo trovati d’accordo su tutti i temi. È chiaro che se non lo fossimo l’ultima parola spetterebbe a lui, in quanto azionista di maggioranza. Per riuscire a fare questo lavoro in modo illuminato e corretto François Feuillet deve rimanere informato di quello che succede nelle business unit. Abbiamo stabilito che una volta all’anno mi accompagnerà in una delle mie visite nelle varie business unit. François Feuillet ha gestito l’azienda per quarant’anni e conosce davvero tante persone nelle varie business unit, persone che gli fa piacere incontrare. Diciamo che oggi abbiamo trovato un buon equilibrio per un lavoro di squadra dove il capo operativo sono io.
François Feuillet ha detto di lei che è “un uomo carismatico e con una visione chiara”. Chi è invece per lei François Feuillet?
Stéphane Gigou: François Feuillet è uno di quei leader che uno raramente incontra nella vita. In realtà, a me è successo due volte nel mio percorso professionale. Alcuni anni fa ho incontrato Sergio Marchionne, un manager con il quale si poteva essere più o meno d’accordo, anche per i suoi modi piuttosto diretti e decisi, ma ad ogni incontro si poteva imparare qualcosa. Per me François Feuillet è quel tipo di persona. Sono sincero, per me è un privilegio lavorare insieme a lui.
La sua visione del gruppo e delle aziende è sempre perfettamente allineata a quella di François Feuillet? In cosa differisce oggi il gruppo da lei gestito rispetto a prima? Ci sono stati cambiamenti o ce ne saranno?
Stéphane Gigou: Spero di riuscire a dare un maggiore dinamismo all’azienda. Trigano è già un’azienda dinamica, ma vorrei portare un dinamismo “diverso”. Ad esempio abbiamo creato il junior committee, composto da giovani che potenzialmente rappresentano il futuro dell’azienda: ci riuniamo periodicamente e al comitato abbiamo dato dei compiti da svolgere, lavorando su temi importanti per il futuro dell’azienda. In azienda io ho preso dei rischi un po’ diversi in termini gestionali, in momenti di difficoltà non ho avuto paura a stoccare di più, avendone l’azienda la possibilità, e ci è stato sicuramente utile anche nella fase successiva. Comunque ho ereditato un’azienda incredibilmente ben gestita.

C’è qualcosa che vuole comunicare al settore RV?
Stéphane Gigou: Per prima cosa voglio ribadire la nostra fedeltà verso i fornitori e il desiderio di poter lavorare bene nel tempo alle condizioni esposte prima. Ma vorrei lanciare un messaggio anche alla rete di distribuzione: credo che molte cose cambieranno da qui a 5-10 anni e la distribuzione, come tutto del resto, dovrà evolversi. Trigano ha una rete di distribuzione storica che verrà mantenuta. Vorrei però dire che auspico un miglioramento delle strutture della nostra rete di distribuzione. I nostri concessionari devono far evolvere le loro strutture, così come la qualità del servizio al cliente. Oggi il veicolo per il tempo libero è cresciuto qualitativamente, ed è sempre più dedicato a persone che ne apprezzano la qualità. Ogni nostro partner della distribuzione deve guardarsi allo specchio e chiedersi come è attrezzato e strutturato il suo punto vendita-assistenza, per rispondere a questi clienti sempre più preparati ed esigenti.
Voi avete già un vostro distributore di accessori… In futuro potreste avere anche una rete Trigano di distribuzione del prodotto, così da bypassare il concessionario tradizionale?
Stéphane Gigou: Prendiamo come esempio la Gran Bretagna, dove Trigano ha 14 punti di vendita in una rete che si chiama Marquis: oggi questa rete è il primo distributore dei brand Hymer in UK, quindi distribuisce prodotti concorrenti di Trigano, e i brand Trigano sono venduti da Marquis ma anche da altri concessionari indipendenti. Questo è possibile per l’equilibrio e la parità di trattamento che Trigano garantisce a Marquis e ad altri dealer. Per noi è una ricetta che funziona benissimo e non ha motivo di essere modificata in Gran Bretagna. Per cui anche laddove avessimo dei piani di crescita, come per esempio in Francia nel retail, non è messo in discussione questo modello di distribuzione per i concessionari importanti, a patto che sappiano garantire la giusta esperienza al cliente.

Chi è Stéphane Gigou
Abbiamo chiesto a Stéphane Gigou di descrivere la sua esperienza personale e professionale. Ne è un uscito un quadro chiaro, che dipinge un uomo e un manager con una forte connotazione internazionale e ben radicato nel settore automotive.
“Ho 48 anni, sono sposato e ho tre figlie. Sono francese, ho studiato in Italia” ci spiega Stéphane Gigou, “mi sono laureato in Economia all’università La Sapienza di Roma. Mia moglie è italiana, le mie figlie hanno una doppia nazionalità. Ho avuto la fortuna di crescere a Londra, poi di vivere in Svezia e in vari paesi europei. In realtà mi sento molto più figlio di Maastricht che di un singolo paese: quando eravamo studenti erano quelli i veri temi, c’è stato il referendum sul Trattato di Maastricht, all’epoca si sognava un’Europa diversa da quella che vediamo oggi, io mi sento figlio di questo sogno di inizio anni Novanta. Ma questa è filosofia… Dal punto di vista professionale ho cominciato la mia attività lavorando in Renault, ho lavorato parecchi anni anche in Renault Italia. Vent’anni fa ho fatto parte del primo team di Dacia, in cui c’era una sfida notevole da vincere. Poi otto anni fa sono arrivato in FCA, sono stato responsabile del progetto del modello Tipo, poi sono stato a capo di Fiat Professional. Da un anno sono in Trigano”.
La “decisione”
“Diversi anni fa” ha dichiarato François Feuillet, qui a sinistra ritratto insieme a Stéphane Gigou “ho annunciato la mia decisione di lasciare la mia posizione di Presidente del Consiglio di Amministrazione nel 2020. Dal momento di questo annuncio ho intrapreso una lunga ricerca della persona, dotata di tutte le competenze necessarie, che sarebbe stata la scelta ideale per assumere la gestione del Gruppo e garantire la sostenibilità delle sue attività di business. La decisione di reclutare Stéphane Gigou è stata, di conseguenza, ben ponderata”.

Trigano: 40 anni di guida Feuillet
François Feuillet fece il suo ingresso in Trigano nel 1981, dopo che nel 1974 il Crédit Lyonnais prese il controllo della società a causa di difficoltà finanziarie. Trigano è stata privatizzata nel 1987 ed è stata quotata in borsa nel 1998: da allora è cresciuta con acquisizioni quasi annuali, principalmente nel settore delle autocaravan. Ricordiamo, ad esempio, l’acquisto di Caravans International, Arca e SEA in Italia (1999, 2001 e 2013), Benimar in Spagna (2002), Autostar e Perigord VDL in Francia (1998 e 2004), ma anche Eura Mobil e Karmann Mobil in Germania (2005), fino ad arrivare ad Adria Mobil in Slovenia (2017). Oggi Trigano è impegnata anche nella produzione di attrezzature per il tempo libero (rimorchi, materiale da campeggio, attrezzature da giardino), ma oltre il 90% del turnover deriva dal settore RV: camper, caravan, case mobili, accessori, veicoli ricreazionali a noleggio. Questi gli ultimi dati di vendita disponibili (Annual Report 2020): 38.935 autocaravan, 12.371 caravan, 3.932 case mobili. Sono circa 9.000 i dipendenti di Trigano e l’azienda può contare su 63 siti produttivi. Sono inoltre 25 i brand con cui Trigano è presente sul mercato dei camper e motorhome. Il 30 settembre 2020 il Supervisory Board di Trigano ha nominato Stéphane Gigou membro e Presidente del Consiglio di Amministrazione. Ora il Consiglio Direttivo è composto da cinque membri: Stéphane Gigou (President of the Executive Board), Michel Freiche (Managing Director), Marie-Hélène Feuillet e Paolo Bicci. I membri della famiglia Feuillet rimangono l’azionista di maggioranza, con il 57,80% del capitale e il 69,31% dei diritti di voto.