Trasformare una crisi in nuove opportunità
Un periodo di lockdown gestito bene, attenzione alla ripresa, produzione accelerata, un adeguato stock di magazzino e innovazione nei prodotti. Charles Pozzi ci spiega come Fiamma è riuscita a superare un periodo difficile creando un’occasione di crescita.
Testo di Antonio Mazzucchelli, foto di Enrico Bona
Al Caravan Salon di Düsseldorf e al Salone del Camper la mancanza di molti produttori di accessori si è sentita, ma Fiamma non ha voluto mancare a nessuno di questi due appuntamenti. A Parma, Camper Professional ha incontrato Charles Pozzi, amministratore delegato della società.
Come avete gestito il periodo di lockdown in azienda?
Charles Pozzi: Tutto sommato devo dire molto bene. Ci siamo fatti trovare pronti, ma non mi sarei mai aspettato un cambiamento così indolore. Se mi avessero chiesto sei mesi fa di mandare tutti a casa a lavorare avrei risposto di no. E invece ha funzionato benissimo. Parlando di produzione devo dire che ci aspettavamo una ripresa e quindi ci siamo attrezzati di conseguenza, accelerando le produzioni e aumentando lo stock. Per fortuna noi non lavoriamo puramente in “just in time”, che è un concetto giustissimo, ma che può anche rivelarsi pericoloso. In più devo dire che il nostro personale è tornato con tanta voglia di lavorare, di aiutare. Così siamo rimasti aperti tutto il mese di agosto per la prima volta nella nostra storia, e questo ci ha permesso di recuperare molto del fatturato che avevamo perso. Penso che per fine anno riusciremo ad arrivare in pareggio, se non addirittura ad avere un segno positivo.
I dati eccezionali di immatricolazioni da giugno in poi si sono riflessi proporzionalmente sulle vostre attività aftermarket?
Charles Pozzi: Certo, c’è stato un boom pazzesco. Adesso abbiamo un portafoglio ordini enorme e stiamo lavorando a pieno regime. E noi facciamo quasi il 90% del fatturato in aftermarket.
Che cosa vi differenzia dai vostri competitor?
Charles Pozzi: Sicuramente il “made in Italy”, con prodotti assemblati e prodotti in Italia. Le nostre fabbriche sono appena fuori Milano e il 95% del nostro catalogo è “made in Europe”. Di questo, l’85% è prodotto nel nostro paese. Noi crediamo nella manifattura e nella qualità italiane.
Come mai siete sempre presenti alle fiere in prima persona ad accogliere il cliente finale?
Charles Pozzi: Il cliente finale è la persona che conosce il prodotto meglio di tutti. Non si può competere con l’esperienza che hanno i camperisti che vivono ogni week end, ogni vacanza sul camper. È la loro seconda casa, quindi per me e per mio cugino (John-David Pozzi, anch’egli amministratore delegato di Fiamma, ndr) è fondamentale raccogliere il loro feedback in prima persona, senza intermediari.
Parlando di prodotto, come è cambiato il vostro modo di progettare in base all’evoluzione dei trend e dei costumi degli utenti? Penso per esempio alla crescita dei furgonati o alla diffusione delle e-bike…
Charles Pozzi: Negli ultimi anni abbiamo vissuto un forte cambiamento nelle richieste del consumatore finale e nei prossimi anni ci sarà una svolta ancora più forte. Qui a Parma mi sono reso conto che il 30 o 40% delle persone con cui sto parlando sono nuove per il settore: non sanno cos’è il serbatoio dell’acqua, dove si attacca l’elettricità e così via. Magari hanno affittato un camper quest’estate e vogliono entrare in questo mondo, e noi dovremo adesso soddisfare richieste diverse da quelle del camperista classico.
Il van sta crescendo, e anche lì ci sono clienti differenti, più giovani, che ne fanno un utilizzo molto diverso. Noi abbiamo per esempio realizzato la F40Van, una veranda speciale che sfrutta i punti d’attacco sul tetto del veicolo: non si deve forare e si rimuove con facilità. Tutto può essere tolto in 10 minuti, perché chi ha questo veicolo magari lo usa durante la settimana per lavoro e poi va fuori nel weekend e mette la veranda. Essendo studiata su misura ha anche 25 centimetri in più di estensione rispetto alle altre verande. Stiamo studiando prodotti specifici anche per i motorhome, perché l’utente di questo tipo di veicolo ha esigenze estetiche, qualitative e di prezzo diverse da chi usa un van. E in futuro questa forchetta si allargherà.
Quali sono i vostri prodotti di punta?
Charles Pozzi: L’F45 è il nostro cavallo di battaglia: una veranda da parete che si può montare sui van anche se hanno il tetto rialzabile. Si distingue dalla concorrenza per la doppia canalina anteriore, che permette di montare sia una “privacy room” sia un parasole, e per una canalina interna che ospita l’illuminazione a LED. In più le nostre verande hanno i tappi laterali, le cosiddette cuffie, fatti di alluminio, invece che di plastica come quelle della concorrenza: spesso sono la prima cosa che si rompe perché magari si colpisce un ramo o una sporgenza.
E parlando di portabici?
Charles Pozzi: Abbiamo appena presentato un prodotto molto importante per noi: la gamma Frame, disponibile per Ducato, Crafter e Sprinter. La porta di questi veicoli regge solo 35 chili e per superare questo limite l’unica soluzione disponibile fino a oggi era adottare strutture che richiedono la foratura della carrozzeria. La nostra sfrutta invece i fori già presenti per le cerniere. In questo modo si possono caricare 50 chili, ovvero due e-bike o tre biciclette normali, mantenendo la possibilità di aprire la porta.
Quali possibili sviluppi sui materiali vede nel prossimo futuro?
Charles Pozzi: Il punto di domanda più grosso è sul tendalino. Oggi è realizzato in PVC, che nello smaltimento non è molto “environmentally friendly”. Il problema è che è il materiale più economico, performante, resistente, idoneo per il tendalino. Con un tessuto organico, a parte i costi, il tendalino ne soffrirebbe molto. Noi siamo sempre alla ricerca di una soluzione. A parte il tema specifico, dovremmo però cominciare, noi del settore, a porci un obiettivo “green” a medio e lungo termine, definendo per esempio che entro cinque o dieci anni una certa percentuale del nostro prodotto dovrà essere riciclabile. Già oggi utilizziamo materiali riciclati per i nostri cunei, e per questo hanno cambiato colore passando dal giallo al grigio. In generale, per la produzione usiamo molti materiali plastici e soprattutto alluminio, che è già abbastanza “green”. Però possiamo e dobbiamo migliorare.
Qual è il prodotto che ha richiesto più sforzi nel suo sviluppo?
Charles Pozzi: Sicuramente la nostra “privacy room”. Per questo tipo di prodotto ci siamo dati l’obiettivo di abbandonare l’Asia come luogo di produzione per riportarla in Europa. È stato molto complicato trovare partner locali che garantissero un prezzo interessante e una qualità elevata. Un altro prodotto che ha richiesto molto sforzo in termini di sviluppo è stato l’oblò Vent F da 28 centimetri, a cui abbiamo cambiato il ventilatore, migliorando il prodotto e mantenendo lo stesso prezzo. È stato difficile, ma abbiamo creato un oblò che fa passare più luce, siamo riusciti a realizzare una manovella ergonomica e facile da utilizzare e in più, siccome è un prodotto da OEM, lo abbiamo pensato con il ventilatore opzionale: il costruttore monta la versione base e l’utente in un secondo momento aggiunge il kit per la ventilazione. Tutto questo è il frutto di una collaborazione con il Politecnico di Milano.
C’è nella vostra storia recente un prodotto o un progetto mai uscito o che non è stato ben recepito dal mercato?
Charles Pozzi: Qualche anno fa abbiamo cercato di realizzare il portabici per il gancio di traino, ma dato che volevamo farlo davvero bene è risultato troppo caro, altamente fuori mercato. Ma adesso lo rifaremo, e sono certo che questa volta riusciremo a realizzare il prodotto giusto.